Dimmi dov’è

Dimmelo tu, dimmi tu dov’è quella luce di cui parli. Dov’è realmente quel sole che trapela dalle persiane. Dove sono i tuoi fogli, la tua scrittura incomprensibile. Non riesco a crederti, eppure sei l’unico desiderio che mi ruba anche gli incubi. Credo che dovresti fidarti di me, ogni volta che sorridi e sposti lo sguardo dai miei capelli al vuoto davanti a te. Per non svelare le tue intenzioni. Per non svelare la tua timidezza. Per non sembrare fragile. Ma è quella fragilità che io ricerco ad ogni passo. E’ quella fragilità che mi taglia il respiro quando tra un silenzio ed un sorriso abbozzato vorrei solo abbracciarti delicatamente. Delicatamente. E poi forte. Stretto, stretto come se quelle ore che si sciolgono tra le nostre parole stessero scivolando via per non tornare mai più. 
E mai più torna quel profumo. Mai più, perché ogni volta è come non averlo mai sentito. Eppure è familiare, tra i corridoi che percorrerei ancora e ancora. Per aprire quella stanza e ritrovare una intimità che il mondo non conosce. Solo nostra. Così nostra che a volte non è reale. A volte non è mai esistita. Ma poi vederti lì, sicuro nella tua camicia, dietro al tuo sguardo calmo e distruttivo.
Non riesco a crederti, eppure sei l’unico desiderio che mi ruba anche gli incubi.

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