Un filo di luce

Un profumo solo accennato. Fingo di non desiderare quell’abbraccio. Poi te lo chiedo. Ma continuo a fingere di non ricercarlo con tutto me stesso. Poi tu stringi, e stringi. E sussurri qualcosa. Non ti sento, non comprendo le tue parole, ma va bene così. Affondo nella tua giacca, ed è questo che conta. Quando sono lì perdo il contatto con ogni senso. Non solo il mio udito. Perdo anche il contatto col suolo. Perdo anche il contatto col mio stomaco. Sotto le dita la consistenza della tua sciarpa si dissolve. Cado sulla camicia, sui jeans, sul tuo collo. Cadono sul pavimento le ultime gocce di pensiero. Che non mi appartiene più. Ho perduto anche la disperazione di reagire. Sono qui e affondo la fronte su una spalla che mi sembra di conoscere da sempre.

4 thoughts on “Un filo di luce

  1. Spero che lo capiscano anche i miei figli, è una battaglia dura.
    Grazie del tuo passaggio e grazie per quel che scrivi qui, leggerti è come ascoltare il suono dolce amaro del violino.

  2. Sai quante volte anche io ho finto – e continuo a fingere – di non desiderare o cercare un abbraccio?
    Solo che poi mi chiedo a che serve fingere dato che è evidente come ogni difesa sia stata abbattuta violentemente.

  3. Incantevole questo post.
    Mi piace soprattutto, il Cadono, che se non fosse stato preceduto dal punto, l’avrei scritto comunque con la maiuscola.
    Affondo, mi dispiace, che sia scritto minuscolo … ;)
    è sempre un piacere leggerti .. lo faccio spessiSSisiSSimo

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